Il 1° luglio 1933 il Comune di Milano e il Ministero dell’educazione firmarono la convenzione con cui definirono scopi e modalità di gestione della scuola all’aperto del Trotter, considerata una scuola speciale con scopi profilattici (la cura dei bambini gracili e la prevenzione della tubercolosi), al pari di altre scuole milanesi come la scuola all’aperto Duca degli Abruzzi di Niguarda, l’istituto per sordi Giulio Tarra, la scuola speciale Zaccaria Treves per anormali psichici, la scuola di lavoro Sofia Carmine Speroni per storpi, mutilati e rachitici, ecc.
Tale convenzione testimoniò il grande l’impegno – anche finanziario – delle istituzioni dell’epoca, e in particolar modo del Comune di Milano, verso questa esperienza. Al Comune di Milano spettavano le spese sanitarie (apparecchiature e personale) per la cura dei bambini ospitati nel convitto e il pagamento degli stipendi per le vigilatrici di infanzia, i giardinieri, i custodi, i cuochi, oltre alla manutenzione dell’intero complesso.
Il periodo fascista
Frequenti furono le visite dei gerarchi fascisti e dello stesso Mussolini, come testimoniato dalle pagine della rivista Bimbi al sole.
Il fascismo reinterpretò i principi pedagogici fondativi della scuola (l’apprendere attraverso il fare, ecc.) in coerenza con le caratteristiche ideologiche del regime: il mito della ruralità, della forza fisica, ecc.
L’ ispirazione pedagogica della scuola venne messa al servizio della creazione dell'”uomo fascista”. A questo progetto si accompagnò l’imposizione di una cultura militare e nazionalista: i bambini in divisa, le marce, il saluto, l’inno al duce e alla bandiera.
Padiglioni
“La caratteristica architettonica essenziale della scuola, quella che le dà una inconfondibile fisionomia, è la distribuzione delle aule in dodici distinte costruzioni, i padiglioni, dislocati nei punti più belli del grande parco, a una distanza tale da permettere che la scolaresca di ciascuno di essi possa fare ricreazione nello spazio circostante e vi possa stare all’aperto per le lezioni senza che vi sia soggezione e disturbo reciproco.
I padiglioni sono di un piano solo, rialzato dal suolo 1,20 metri. Ciascuno di essi comprende quattro aule per 35 alunni ed è formato da due corpi doppi uniti nella parte posteriore da una veranda, che funziona da ricreatorio al coperto e da refettorio. All’estremità della veranda vi sono i locali per il medico, gli insegnanti, il custode. In un piccolo padiglione retrostante, collegato da una pensilina, si trovano le latrine e le docce. Le quattro aule sono disposte agli angoli, così da godere di doppia illuminazione e di accesso diretto al parco tramite scala indipendente.
In questa scuola nel parco tutte o la maggior parte delle attività didattiche vengono svolte, condizioni meteorologiche permettendo, all’aperto. Ciascuna aula ha una dotazione di seggioline pieghevoli, di tavolette e di lavagne e di quanto può servire per l’insegnamento fuori dalle aule.”
Informazioni tratte da: “Monografia della Regia Scuola “Umberto di Savoia”, 1937.
Per ulteriori notizie sui padiglioni si veda la sezione dedicata.
Oltre ai padiglioni si segnala una ricca presenza di ambienti collettivi per attività speciali: stalle per gli animali, orti e frutteti, stagni artificiali, piscina, solari e anche la chiesetta, costruita per le funzioni religiose riservate ai ragazzi del convitto.
Piscina e solarium
La piscina e i solari (in origine erano due) erano i luoghi delle cure elioterapiche fondamentali per gli alunni gracili della scuola. Gli ampi finestroni dei solarium offrivano la possibilità di prendere il sole anche d’inverno. La piscina era invece nei mesi più caldi dell’anno. Ambedue le strutture erano sede di attività ginniche e sportive.
Parco
Il grande parco era il luogo privilegiato dell’attività didattica ed educativa: dallo studio della geografia alle esplorazioni scientifiche, dalle attività ginniche alle parate militari e alle manifestazioni di regime, dall’allevamento dei pesci negli stagni allo studio dell’astronomia presso la Rosa dei venti. E poi, le attività agricole legate alla cura degli orti.
Senza alcun dubbio era “l’aula scolastica” più importante della scuola, in cui si svolgevano le attività didattiche ispirate dall’impostazione attivistica delle scuole all’aperto.
Il convitto “Casa del Sole”
Erano circa 160 i bambini ospitati nel convitto chiamato la Casa del Sole, il grande edificio situato ai margini del parco verso via Padova. Si trattava di bambini sani ma esposti al rischio di contagio da tbc, in quanto conviventi con genitori o altri familiari affetti da forme tubercolari aperte. Il loro accoglimento nel convitto era deciso dall’Ufficio di igiene e sanità del Comune di Milano.
I bambini del Trotter
I bambini del trotter erano bambini gracili accettati alla scuola all’aperto dietro certificazione dell’Ufficio di igiene e sanità. Erano circa 1400, per la stragrande maggioranza appartenenti alle classi povere. Questi bambini si recavano a scuola con il servizio tramviario loro dedicato, partendo dai capolinea dislocati in ogni parte della città.
I bambini avevano una divisa (invernale ed estiva), disponevano di un corredo igienico, mangiano alla mensa della scuola seguendo una tabella dietetica pensata per le loro particolari condizioni fisiche. Su di essi veniva esercitata un’accurata sorveglianza medica e igienica.
D’estate, la scuola diventava colonia di ricreazione, di riposo, di cura elioterapica, arrivando ad ospitare circa 2500 fanciulli.
Azienda agricola
“Ampi spazi di terreno sono coltivati a orto, a campo, a prato, a frutteto ed a giardino; in due fabbricati sono le stalle dei bovini, dei suini e degli asinelli sardi; in un recinto che comprende anche un rustico capanno sono tenute le pecore e le capre. Vi è una peschiera divisa in due bacini congiunti da un ponticello, e nella quale guizzano carpe, carassi, ciprini e trote nate nella Scuola stessa, dove è in funzione un incubatoio. Numerosi casotti di legno che hanno davanti grandi gabbie ospitano galline di diverse specie selezionate, faraone, oche, pavoni, fagiani, piccioni, tortore. In un angolo quieto lavorano assiduamente numerosi sciami di api a preparare la merenda per i piccoli della Casa dei bambini”.
Informazioni tratte da: “Monografia della Regia Scuola “Umberto di Savoia”, 1937.
Economia domestica
Particolarmente curata era l’educazione domestica nelle classi femminili, che aveva l’obiettivo di formare “la buona massaia”. Funzionava, a tal proposito, una attività sperimentale di gestione di una “casa modello”.
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Esperienze di concimazione
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Richiesta di istituzione di classi differenziali, 1937
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Richiesta di apertura al culto della chiesetta, 1931
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Raccomandazioni alle assistenti del Convitto, 1937
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Orario primaverile e invernale, 1937
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Convenzione relativa alle scuole speciali, 1934
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Sala medica
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Bagni di “sole” terapeutici
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Veduta dei bagni di sole
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Elenco indumenti fuori uso, 1930
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Pranzo all’aperto
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Trasporto dei pasti