Anni 90
Strutture tra degrado e recupero
Nel 1990 il Comune di Milano ristruttura i padiglioni Gabelli e Arquati, ma le strutture caratterizzanti la scuola all’aperto continuano la loro decadenza inarrestabile per tutti gli anni Novanta: si avvicendano svariate ipotesi sul destino del Trotter e sul trasferimento delle scuole (materna, elementare e media) fuori dal parco.
Nel 1994, un gruppo di cittadini e di genitori di alunni della scuola fonda l’Associazione La Città del Sole – Amici del Parco Trotter. La sua nascita ha come scopo principale quello di mobilitare utenza e cittadini contro il degrado avanzante nel parco e di difendere l’unitarietà e l’unicità delle scuole presenti al suo interno.
Nel 1995 si costituisce, con decisione ministeriale, il primo Istituto Comprensivo d’Italia con l’unione della scuola elementare e media del Trotter.
La scuola e l’Associazione La Città del Sole – Amici del Parco Trotter partecipano massicciamente alle campagne di Puliamo il mondo, organizzano feste e momenti di socialità, richiamano l’attenzione dei pubblici poteri sulla necessità di migliorare la vivibilità del parco e la sicurezza dei bambini che lo frequentano.
I risultati ottenuti sono importanti: vengono installati i cancelli automatici e le telecamere; i controlli delle forze dell’ordine, in orario di apertura al pubblico, diventano più frequenti; vengono creati spazi giochi per bambini e ripristinate alcune fontanelle.
Il padiglione Da Feltre, rimasto senza bagni per due anni viene risistemato, e anche sulla ex-chiesetta si inizia ad intervenire con radicali lavori di ristrutturazione.
Impostazione didattica
Nel corso degli anni Novanta la Casa del Sole torna alle origini: gli importanti progetti didattici realizzati sono di evidente impronta costruttivistica.
L’apprendimento viene stimolato all’interno di contesti significativi, ricavati dal mondo reale, perseguendo compiti autentici, progetti operativi. Esso sostiene la necessità di fornire all’alunno una molteplicità di stimoli e sostegni, onde consentirgli di costruire autonomamente conoscenze senza limitarsi a riprodurle; sottolinea inoltre l’importanza della cooperazione nella attività di ricerca e nella produzione di conoscenze.
Tempo per le famiglie
Nel 1991 nasce il Tempo per le famiglie di via Giacosa, un centro comunale rivolto alle famiglie con bambini molto piccoli (0-3 anni).
Questo servizio ha come centralità il gioco: gli adulti giocano con il proprio bambino in uno spazio privilegiato, incontrando e stando insieme ad altri adulti e bambini, condividendo spazi materiali ed esperienze.
Approcci alla didattica interculturale ed educazione alla pace e allo sviluppo
Nell’anno scolastico 1988/89, grazie a una convenzione stipulata tra la Ripartizione educazione del Comune di Milano e il Provveditorato agli studi, vengono assegnate alla scuola elementare tre insegnanti comunali, come supporto per gli alunni stranieri. Si dà inizio al “progetto stranieri”.
Nel 1992/93 anche il Ministero della pubblica istruzione si attiva, assegnando alla scuola un insegnante statale sul progetto.
Sono gli anni dell’alfabetizzazione, in cui si privilegia in modo particolare l’apprendimento della lingua italiana valorizzando solo occasionalmente la presenza delle altre culture.
Negli anni successivi aumenta il flusso migratorio e, di conseguenza, la presenza di alunni stranieri. La scuola, dopo varie riflessioni, prepara un progetto educativo che coinvolge tutti i bambini, stranieri e non, tutti gli insegnanti e chiede loro di cambiare il modo stesso di “fare scuola”. Prevede percorsi didattici ed educativi finalizzati alla conoscenza reciproca, al riconoscimento e alla valorizzazione delle diverse identità culturali, allo sviluppo di mentalità “interculturali”.
Alla fine degli anni Novanta nasce il progetto di Educazione alla pace, che coinvolge soprattutto ragazzi delle medie. È un percorso di sensibilizzazione pubblica sugli orrori della guerra e sulla necessità della solidarietà internazionale.
L’obiettivo fondamentale, infatti, è di educare gli allievi ai valori della convivenza pacifica e, in quanto futuri cittadini, all’impegno sociale.
Leggi qui la storia di quel periodo.
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